LA BISTECCA DEL MUGELLO

 

bistecca

La Bistecca alla Fiorentina è il piatto più rinomato della cucina nostrale, un po’ come il Baccalà alla vicentina per il Veneto. Eppure nessuna delle due regioni è un classico produttore o allevatore di questa carne o di quel pesce.

La stragrande maggioranza della carne usata per la lombata proviene (se ci va bene) dal Nord Italia, sennò dalla Francia o da qualche paese UE o da dallo stato libero di vattelappesca. Per fortuna ancora qualcuno alleva qualche capo a casa nostra. Questa settimana abbiamo a disposizione la stupenda carne dell’azienda agricola il Fatino di Faltona (Mugello). Soda, succosa e perfettamente frollata.

Oggi si, domani chissà !? Quindi, bistecca alla Fiorentina!

Buona mangiata!

Damiano e Matteo

Perché limitare il consumo di Carne?

“L’impatto ambientale di un allevamento convenzionale può essere molto pesante. Principalmente si tratta di allevamenti industriali standard, ma anche gli allevamenti di piccola scala possono avere una ricaduta negativa sull’ambiente. Se non è utilizzato come concime, il letame prodotto dagli animali è tanto abbondante da provocare problemi di inquinamento e il mangime arriva da coltivazioni intensive, che impiegano pesticidi e fertilizzanti dannosi per l’ambiente e spesso distano migliaia di chilometri dalle zone di allevamento. Gli allevamenti industriali inquinano acqua, suolo e aria e contribuiscono in maniera significativa alle emissioni di gas serra, al cambiamento climatico e all’abbattimento di foreste per fare spazio ai pascoli e alle monocolture da cui ottenere mangimi. L’allevamento industriale inoltre, ha favorito il ricorso all’impiego di razze e di ibridi più produttivi e adatti alla stabulazione fissa, contribuendo in misura rilevante alla scomparsa o all’abbandono di molte razze animali autoctone, le cui caratteristiche sono legate a un territorio più o meno vasto in cui si sono sviluppate o si sono naturalmente adattate nel corso del tempo. Le razze autoctone sono più adatte alle condizioni climatiche, geografiche e socioeconomiche del territorio e, anche in ambienti estremi, hanno bisogno di meno cure e meno cibo. Per queste ragioni, la Fao ritiene il settore zootecnico quale maggiore responsabile della perdita di biodiversità complessiva del nostro pianeta.” Slow Food

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